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25 February 2025   |   Eventi

Se l’economia è biblica: alla ricerca di una genealogia possibile

Articolo di Luca Iacovone pubblicato su Avvenire il 25 Febbraio 2025

In principio, l’economia era armonia. Il creato è abbondanza, non scarsità; l’Adam è custode, non padrone. Ma la rottura genera Caino, e con lui l’economia diventa conflitto: la terra si chiude, il lavoro si fa fatica. Il bisogno di stabilità genera Abramo, che introduce il mercato: il primo contratto è una tomba, segno che la proprietà nasce dalla memoria, non dalla conquista. La proprietà genera eredità e divisioni, e Sara e Agar ne subiscono il peso, tra esclusione e riconoscimento. L’eredità genera il salario, e con esso l’inganno. Giacobbe lavora, ma scopre che non tutto si può comprare. Lia e Rachele ne sono il prezzo, moneta di scambio in un’economia che baratta affetti e diritti. Il salario genera l’accumulo, che con Giuseppe diventa potere: il cibo salva, ma rende schiavi. La schiavitù genera bisogno di riscatto, e Rut e Noemi trasformano la povertà in reciprocità, il diritto in alleanza. L’alleanza genera la legge, e con Mosè il limite: la manna basta per tutti, ma non si può accumulare. Il limite genera crisi quando si misura in ricchezza, e Giobbe infrange la logica retributiva: il giusto soffre, la povertà non è colpa. L’ingiustizia genera la voce dei profeti, che gridano contro il potere che schiaccia i poveri. E quando la giustizia non basta, il dono genera il Regno. Gesù condona i debiti, capovolge il merito, proclama beati i poveri

La Bibbia ci ha abituati alle genealogie. Elenchi di nomi che collegano generazioni, storie, destini. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe… Così si tramandano le radici di un popolo, così si custodisce la memoria. Ma una genealogia dell’economia biblica non è mai stata scritta, un sentiero che attraversa i nomi dei padri e delle madri che l’hanno generata. Eppure, la Bibbia è piena di scambi, salari, contratti, profitti e debiti, crisi e abbondanza. È il primo grande racconto in cui l’economia non è solo numeri e mercato, ma scelta morale, visione del mondo, relazione tra esseri umani.

Negli ultimi anni, gli studi e i libri di Luigino Bruni ci hanno accompagnato versetto dopo versetto a rileggere la Bibbia con occhi nuovi. Dalla Genesi alle Beatitudini, ogni pagina sacra nasconde una visione dell’economia che va oltre il mercato e la tecnica: oikonomia, nell’etimo greco, è la “cura della casa”, non il dominio su di essa. Un’economia che sa di alleanza e di speranza, di equità e di libertà.

Da quei libri e da quelle intuizioni è nata, al Polo Lionello Bonfanti, la Scuola di Economia Biblica. Un laboratorio di ricerca e formazione che, negli ultimi anni, ha scelto e riletto con Luigino Bruni alcuni testi sacri in chiave economica. Attraverso il metodo della lettura laica e antropologica, la scuola ha provato a rintracciare nelle storie della Bibbia non solo il rapporto tra denaro e potere, tra giustizia e sfruttamento, ma anche un’economia alternativa a quella che oggi consideriamo naturale. Un’economia dove il valore non si misura in profitto, ma in legami. Dove il lavoro può essere alleanza e non schiavitù. Dove la povertà non è colpa, e la ricchezza non è sempre benedizione.

Ora, però, la Scuola di Economia Biblica si prepara ad accogliere una sfida ancora inedita: per la prima volta, tenterà un viaggio lungo tutti i testi sacri, dalla Genesi al Nuovo Testamento, per tracciare un filo unico che attraversi la Bibbia seguendo la scia dell’economia. Un viaggio mai tentato prima, che non cerca solo di capire come la Bibbia ha parlato di ricchezza, debito, salario, ma che interroga il nostro tempo. Cosa può dirci oggi l’economia biblica? Quali alternative nasconde alla logica della competizione e dell’accumulazione? È ancora possibile un’economia del dono, della fiducia, del limite?

Leggere la Bibbia con occhi economici significa accettare una sfida: quella di riconoscere che la parola cambia. Cambia perché cresce con chi la legge, perché attraversa il tempo e le culture, perché si intreccia con la vita delle persone e con le loro domande. Ma la parola, al tempo stesso, ci cambia. Trasforma il nostro sguardo, illumina prospettive nuove, interroga il presente con la forza delle radici.

Nasce da qui il Corso di Alta Formazione in Economia Biblica, che affronta la dimensione economica, sociale e antropologica delle Scritture. Un percorso che attraversa l’intera Bibbia per cogliere il filo sottile ma tenace che lega l’economia alla giustizia, il mercato alla fraternità, la ricchezza alla responsabilità.

Il corso, curato dall’economista Luigino Bruni, con il contributo del teologo biblista Philippe Van den Heede e della studiosa di economia civile Beatrice Cerrino, si articolerà in dieci incontri online, da maggio a luglio 2025, con un seminario conclusivo in presenza presso il Polo Lionello Bonfanti. Le lezioni attraverseranno i grandi snodi economici della Bibbia, dalla Genesi ai profeti, dal libro di Giobbe al Nuovo Testamento, indagando il rapporto tra denaro e giustizia, lavoro e libertà, dono e accumulo.

Pensato per studenti, docenti, imprenditori, operatori sociali e per chiunque voglia rileggere le Scritture con una prospettiva nuova, il corso offre anche la possibilità di ottenere crediti formativi riconosciuti dall’Istituto Universitario Sophia.

Grazie al sostegno della BCC di Rivarolo Mantovano, sono previste quote di partecipazione agevolate, con particolare attenzione ai giovani under 35 e alle organizzazioni che iscrivono più membri. Le iscrizioni sono già aperte e tutte le informazioni sono disponibili presso la Scuola di Economia Biblica.