Perché il bar al Polo non è solo un bar…
Perché il bar al Polo non è solo un bar…
18 gennaio 2022: un giorno importante, un giorno di festa!
Grazie ad un capillare lavoro di squadra, dall’aspetto amministrativo a quello di allestimento e rifornimento, lo scorso martedì si sono riaperte con gioia e partecipazione le porte del Bar al Polo Lionello, un luogo accogliente, che si presenta sotto una nuova veste.
Dopo le esperienze passate, caratterizzate fin dai primi anni da scelte creative e mai scontate (con riconoscenza e gratitudine durante l’inaugurazione si sono ricordati “PhiloCafé” dei Bertagna, in cui al caffè si mescolavano filosofia e filati e “Terre di Loppiano” di G.Balduzzi, con prodotti locali da filiera corta ed etica), ora una nuova stagione, frutto di una spinta collettiva e di una maturazione: la scelta coraggiosa della E. di C. SpA di essere proprietario e gestore diretto di questo locale, con la finalità di renderlo sempre più un luogo relazionale, uno spazio dinamico, un ambiente aperto a tutti.
Dopo aver organizzato internamente il catering di evento per un’importante azienda di moda, è emerso ancor più forte il desiderio di valorizzare quel locale in galleria del Polo, ed è giunto l’aiuto concreto da parte di chi ci ha creduto fin da subito, supportando l’acquisto di nuove macchine e l’investimento in cibo di qualità (in particolare si è ringraziata la famiglia Cerrino per il sostegno economico ed altri della famiglia dell’Economia di Comunione). Quindi…via, si parte! Alla generosità di alcuni e all’entusiasmo del CdA, si è aggiunto anche il tassello indispensabile per erogare un buon servizio: Rossella, che troviamo dietro al bancone e che affiancherà anche altri ragazzi coinvolti, in un processo di inclusione, apporta con sé, con il suo lavoro, le giuste competenze, dopo forti esperienze in ambito ristorazione su Firenze e dintorni.
All’interno del bar si trovano scaffalature con libri (che si arricchiranno sempre più, anche grazie a donazioni di volume da parte di chiunque lo desideri), comode poltroncine, angolo lettura, tavoli e panche. Ma anche un bigliardino, un tavolo da ping pong (nello spazio adiacente, che può anche ospitare una sala co-working), giochi artigianali da tavola, in legno…ed una grande lavagna per prender nota di tutte le nuove idee e proposte! Come si diceva, il bar, che non vuole essere “semplice bar”, è un luogo di tutti. E’ un centro importante, punto di incontro, un bene relazionale, una sorta di piazza centrale del Polo Lionello Bonfanti. D’altra parte, tuttavia, non è neanche un bar qualunque in un centro cittadino, che in qualche modo può contare sempre un passaggio costante, seppur più anonimo ed individuale; il bar al Polo rappresenta un vero bene comune e quindi ha bisogno della sua comunità e della volontà di ciascuno di viverlo ed animarlo.
“Ogni bene, non solo quelli che oggi chiamiamo relazionali, porta inscritta in sé l’impronta delle persone e delle relazioni umane che l’hanno generato. Il peso, la forma e la visibilità di questa impronta variano da bene a bene, ma non scompaiono mai del tutto, se vogliamo e sappiamo vederli”
Alcune belle proposte sono già nate, per renderlo una sorta di caffè letterario del XXI secolo: sessioni “ In dialogo con” animeranno infatti presentazione libri, workshop tematici, esperienze ed approfondimenti imprenditoriali (con focus particolare su temi di attualità ed ambiti di innovazione sociale e digitale), moduli di arte-terapia, ecc… Alcuni momenti saranno inoltre dedicati alla famiglia, con semplici percorsi formativi e di intrattenimento sano per i bimbi, quali letture animate, giochi guidati.
Ma la nuova gestione è lieta di lasciare spazio ad ogni altro suggerimento! Quindi, senza mai perder di vista la relazione, accogliamo fantasia, desideri e necessità per questo nuovo spazio da generare e vivere insieme.
“Con bene relazionale oggi si intendono molte cose. […]
Il bene relazionale è un bene di grande valore, che resta tale finché non cerchiamo di assegnargli un prezzo, di trasformarlo in merce e metterlo in vendita. Muore se perde il principio attivo della gratuità. I beni relazionali orientano e condizionano le nostre scelte, dalle più piccole e quotidiane a quelle grandi e decisive.
Basterebbe pensare, ogni tanto, a quanto pesano i beni (e i mali) relazionali nella qualità del nostro lavoro, per il nostro restare in un’impresa, o per il nostro partire. Andiamo ad abitare in un altro quartiere e ogni tanto torniamo a fare colazione nel vecchio bar, perché assieme al cornetto e al cappuccino ‘consumiamo’ anche quei beni fatti di incontri, battute, persino di sfottò calcistici con gli amici. Senza prendere in considerazione il bisogno di questo tipo di nutrimento, non capiremmo, tra l’altro, perché tanti anziani e anziane escono di casa più volte al giorno per acquistare prima il pane, poi la verdura e infine il latte: insieme a questi prodotti ‘consumano’ beni relazionali, e si nutrono di essi. […]”
Beni Relazionali – Lessico del ben-vivere sociale, L. Bruni, Avvenire, 20 ottobre 2013